L’Elevazione della Condizione Femminile (1 di 5): La Visione del Mondo

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Descrizione: Quest’articolo è tratto da una lezione data all’Università di McGill in Canada in cui viene esposto come l’Islam ha elevato la condizione della donna. Prima Parte: Una descrizione della differenza fondamentale della visione del mondo tra l’Occidente e l’Islam circa la donna, ed altrettanto un accenno sul punto di vista Greco e Cristiano antico a riguardo.

  • Da Ali Al-Timimi
  • Pubblicato su 02 Jun 2014
  • Ultima modifica su 15 Aug 2023
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ElevationofWomen1L’Islam ha elevato lo status delle donne nell’Islam. Molti, sentendo quest’affermazione, potrebbero supporre che non sia altro che un ossimoro, perché l’idea prevalente - almeno in Occidente - è che l’Islam non solo non elevi la condizione delle donne, bensì la opprima e la sopprima. A proposito di ciò, va detto che oggi, ci sono fondamentalmente due visioni del mondo. Questi due punti di vista sono spesso in conflitto - non solo a livello personale, dove le singole persone traggono le proprie conclusioni, ma anche a livello internazionale in termini di dibattito sull’autenticità e la correttezza di queste due visioni del mondo.

La prima visione del mondo che esponiamo è quella liberale occidentale. Una visione che sostiene di trarre le sue radici dalla tradizione giudaico-cristiana e che, probabilmente, analizzando più profondamente la questione, risulta maggiormente radicata in quelle idee apparse dopo la riforma; idee quindi fondate sulla laicità e disposta su quella concezione apparsa successivamente, durante l’illuminismo.

Il secondo punto di vista è quello dei musulmani - la visione del mondo islamico, e quest’ottica ha le sue radici e le sue idee nella rivelazione data da Iddio (o Allah, in arabo) al Profeta Muhammad, che Allah lo elogi e lo preservi. Coloro che aderiscono a questa visione affermano che essa può essere utilizzata dall’umanità in ogni epoca, e che la sua rilevanza e beneficio non si limitano ad un determinato periodo di tempo, o area geografica o provenienza. E ciò nel momento in cui i sostenitori della prima concezione, ovvero della laicità occidentale e la tradizione liberale, affermano che la loro visione del mondo, in termini di idee, cultura e civiltà siano le migliori per l’umanità. Un autore americano di origine giapponese, Francis Fukuyama, ha scritto un libro intitolato: "La fine del mondo". In questo libro ha in sostanza esposto una teoria in cui sostiene che lo sviluppo umano in termini d’idee è terminato con questa fase finale caratterizzata dal pensiero laico liberale e null’altro s’innoverà per l’umanità. Afferma anche che l’unica parte del mondo che non ha adottato questa concezione laica è il mondo islamico e sostiene perciò che causerà questa ideologia conflitto nel mondo islamico.

Dopo questa breve introduzione, uno degli argomenti di contesa tra queste concezioni, ovvero quella liberale laica in Occidente e quella islamica, riguarda proprio il tema donne. Qual è la posizione e la condizione delle donne? Come le donne considerano tale? Sono forse le donne elevate in una cultura ed oppresse in un’altra?

La visione occidentale sostiene che le donne siano elevate solo in Occidente e suppone che stiano sempre più ottenendo diritti con il passare del tempo, mentre le loro sorelle – così come dicono - nel mondo islamico siano ancora in fase di soppressione. I musulmani che essi incontrano invece dicono che in realtà sia proprio il sistema islamico a fornire le vere libertà agli uomini e alle donne, e che invece in Occidente, le donne così come gli uomini, siano ingannati da quell’idea di libertà che in realtà non esiste.

Come il tema delle donne sia concepito nell’Islam non potrebbe essere adeguatamente compreso - e questo, penso, sia il nocciolo - senza comprendere esattamente quello che potremmo definire la base filosofica o la comprensione ideologica - dal momento che questo rappresenta davvero un concetto teologico.

In primo luogo, è opportuno esaminare in che modo esattamente le donne erano considerate e giudicate nella tradizione occidentale, per confrontare e ed esaminare le prospettive di contrasto. Noi sappiamo che la tradizione occidentale si considera come erede intellettuale della tradizione greca che esisteva prima Profeta Gesù Cristo, che Iddio lo elogi e lo preservi, e molte tradizioni intellettuali dell’Occidente si troverebbero quindi in certa misura negli scritti dei primi filosofi greci come Aristotele, Platone, ecc.

Come allora erano considerate le donne? Quali erano le idee di Aristotele e Platone circa la donna? Esaminando i lavori di questi primi filosofi greci, si scopre che avevano un concetto alquanto dispregiativo riguardo alla donna. Aristotele nei suoi scritti sosteneva che le donne non fossero esseri umani in pieno stato e che la natura della donna non raggiungeva quella di una persona umana completa. Di conseguenza, le donne erano per natura deficiente, di cui non c’è da fidarsi e da considerarsi inferiore. Infatti, gli scritti evidenziano che le donne libere (non schiave) in molti aspetti della società greca - fatta eccezione per le poche delle classi d’elite - non avevano posizione migliore di quella degli animali e degli schiavi.

Questa visione aristotelica della donna è stata poi portata avanti nella tradizione dei primi cristiani della Chiesa cattolica. San Tommaso d’Aquino nei suoi scritti affermò che le donne erano la trappola di Satana. La faccenda di Adamo ed Eva andava quindi ad alimentare le dimensioni delle idee greche passate dettate da Aristotele; le donne risultavano causa della caduta dell’uomo e quindi raffiguravano la trappola di Satana e dovevano essere guardate con prudenza e diffidenza, perché causa della prima caduta dell’umanità e in seguito ogni malvagità era quindi provocata dalle donne. Questo tipo di pensiero fu poi tramandato negli scritti dei Padri della Chiesa per tutto il Medioevo. Nei loro scritti, infatti, troviamo proposto questo tema sotto vari aspetti. Tuttavia, dopo la Riforma protestante, l’Europa decise di liberarsi dai vincoli e dalle catene della Chiesa cattolica. Gli ideali originati in quel che è chiamata l’Epoca dei Lumi o considerata come tale, hanno spinto alla necessità di liberarsi da molti dei concetti su cui procedeva. Alcuni di questi erano di natura scientifica, come il fatto che la terra giri intorno al sole, piuttosto che il sole intorno alla terra; altre erano di natura teologica, come troviamo negli scritti di Martin Lutero; altri ancora di natura sociale, come appunto la posizione della donna nella società.

Tuttavia, gli scrittori dell’Illuminismo, impegnati in questo tema di base, non portarono grande cambiamento: le donne non erano esseri pienamente umani. Scrittori francesi durante questa rivoluzione, come Rousseau, Voltaire e altri, considerarono le donne come un fardello che necessitava particolare cura. Perciò troviamo che Rousseau nel suo libro "Emile", propose nell’istruzione, una formazione diversa per le donne, in base al fatto che esse, secondo il suo parere, non potevano capire ciò che gli uomini invece erano in grado di capire.

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L'Elevazione della Condizione Femminile (2 di 5): Tra due Estremi

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Descrizione: Quest'articolo è tratto da una lezione data all'Università di McGill in Canada in cui viene esposto come l'Islam ha elevato la condizione della donna. Seconda Parte: La presa di posizione odierna dell'Occidente come reazione ad una concezione precedente, e la visione del mondo islamico riguardo al tema donna.

  • Da Ali Al-Timimi
  • Pubblicato su 02 Jun 2014
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ElevationOfWomenQuesta è la tradizione che l'Occidente ha ereditato e, in seguito troviamo nel 1800 i primi scritti in cui donne e uomini che chiedevano il cambiamento di queste idee. Così prendono origini i primi movimenti femministi. Uno dei primi libri scritti fu “ Vindication for the Rights of Women” (Vendetta per i Diritti delle Donne) di Maria Walsencraft,e apparve nel 1800. Quindi iniziarono le donne a ricevere sempre più diritti col passare tempo. I primi di questi erano fondamentalmente i diritti legali, perché fino al 1800 le donne non possedevano il diritto di proprietà e non potevano godere delle proprie ricchezze come gli uomini. È ben noto il fatto che le prime leggi che permettevano alle donne di possedere a titolo personale immobili negli Stati Uniti o in Europa, apparvero solo negli ultimi due decenni del 1800.

La rivoluzione industriale ha prodotto un ulteriore impulso, un'altra ricerca a questo movimento femminista. Le donne nella rivoluzione industriale, soprattutto in Inghilterra, erano costrette a lavorare per molte ore nelle miniere di carbone ecc, e ricevevano una retribuzione insignificante rispetto a quella degli uomini. Così la prima denuncia del movimento fu quella di una pari retribuzione in proporzione alla quantità di ore lavorate.

In questo secolo, infine si è giunti ad una rottura totale di tutto ciò che poteva rappresentare in qualche modo la tradizione occidentale. Prese vita dall'ultimo movimento femminista, dopo la seconda guerra mondiale, un nuovo movimento avente come obiettivo l'emancipazione delle donne, non solo in termini di diritti legali, ma ha messo in discussione anche alcuni dei costumi della società, chiedendo maggiore libertà sessuale sia per donne sia per gli uomini. Questo sosteneva che molti problemi fossero causati dall'istituzione del matrimonio e dal concetto di famiglia, ecc. Così le persone hanno iniziato a scrivere circa la necessità di distaccarsi da questi ideali.

Così nel 1990, giungiamo in Occidente ad una disputa prevalente in cui si discute il tema in termini di “genere”, e non più di “sesso”. Questa idea infatti è stata pronunciata recentemente in un libro intitolato “The Age of Extremes”. L'autore sostiene l'idea che non vi sia alcuna differenza tra maschio o femmina e che il genere sia legato solo all'ambiente. Così cambiando ambiente, dunque, gli uomini possono coprire i ruoli delle donne ed esse coprire i ruoli degli uomini modificando il tipo d'istruzione e il clima. Questa è la conclusione alla quale si è giunti oggigiorno. Così, in questi 2500 anni di antica tradizione occidentale, si passa da quel primo estremo manifestato dai Greci, dove alle donne era negata la loro umanità essenziale, a questo estremo oggi espresso, dove si suppone che non ci siano differenze tra i sessi, e che sia un problema di genere, di clima e d'ambiente. Questo è, ovviamente, un breve riassunto della concezione del mondo riguardo a questo tema. Non ho dato il dovuto diritto a quei 2500 anni con questi minuti contati, ma era giusto per avere un'idea.

L'altra concezione che vorrei riportare in modo più dettagliato è quella islamica. In che modo quindi l'Islam tratta il tema della donna? Innanzitutto è necessario ricordare che i musulmani differentemente dai filosofi greci o dagli scrittori francesi post-rivoluzione francese, per esempio, credono che i loro concetti, le idee e le convinzioni non siano quelle di altri uomini, bensì prestano fede che i loro insegnamenti, il loro credo, la loro pratica e tutto ciò che è legato a questi, faccia parte di una rivelazione divina, cui sua verità e veridicità sono quindi indiscutibili, in quanto appunto rivelazione di Dio. Il Creatore sa meglio ciò che ha creato. Egli ha creato l'uomo, ed è un Dio saggio ed onnisciente, Egli sa certamente ciò che è più adatto. Infatti, Egli decreta il meglio per l'umanità di Sua creazione. Perciò, i musulmani cercano di vivere la propria vita seguendo un codice di prescrizioni che è l'espressione di questa fede.

Ora io non voglio discutere i vari dettagli del codice di prescrizioni perché penso non sia opportuno farlo in questa conferenza. Potrebbero comunque emergere quesiti a riguardo e sarò comunque lieto di rispondere a tutte le eventuali domande. Ma ad ogni modo, quello che vorrei discutere con voi è come l'Islam considera le donne, e in altri termini, discutere su cos'è la femminità nell'Islam? Credevano forse i musulmani, come i primi scrittori greci o i primi Padri della Chiesa, che le donne non fossero totalmente degli esseri umani? Le consideravano forse trappola di Satana, e che quindi dovevano essere evitate e guardate come qualcosa di malvagio e pericoloso? In che modo percepivano le donne?

Osservando le tradizioni islamiche, che, come ho esposto in precedenza, sono basate sulla rivelazione rappresentata dal Corano, diventa molto chiaro come ai musulmani sia insegnato che gli uomini e le donne condividono un'unica realtà umana – e quindi pari nella loro qualità umana e che non vi è differenza tra di loro nelle dimensioni di questa natura umana. Ora è possibile andare oltre, ma come ho spiegato prima, nella civiltà occidentale iniziale si affermava che le donne non fossero esseri umani completi.

Quindi questo che è stato insegnato 1400 anni fa rappresenta un'idea rivoluzionaria, nel senso che solo negli ultimi 100 anni circa la questione circa la completezza umana delle donne è stata accettata nei circoli intellettuali occidentali. Inizialmente, infatti, le donne non erano considerate esseri umani completi.

Il Corano nel descrivere le origini del genere umano dice, approssimativamente in italiano:

“O gente! Invero vi Abbiamo creati da un maschio e da una femmina e vi Abbiamo reso popoli e tribù affinché vi conosciate. Invero il più nobile di voi è colui che si tiene maggiormente lontano dai motivi del castigo”. [Corano 49:13]

Questo versetto coranico insegna come gli esseri umani provengano da un solo maschio e da una sola femmina. Indica chiaramente che il maschio e la femmina in termini di natura umana sono di pari livelli. Allo stesso modo in un altro versetto - appartenente ad un capitolo conosciuto come il capitolo delle donne poiché la maggior parte dei temi discussi in esso trattano temi riguardanti alle donne – inizia, approssimativamente in italiano:

“… Colui che vi ha creati da un unico essere e da questo ha creato la sua sposa..”

... questo riferito ad Adamo ed Eva,

“…e da questi due ha diffuso molti uomini e donne…” [Corano 4:1]

Così viene nuovamente ribadito che gli uomini e le donne, quindi tutto il genere umano, proviene da un'unica fonte, da una sola famiglia, da un'unica coppia di genitori. Questo dimostra che l'identità umana delle donne è piena quanto quella degli uomini.

Allo stesso modo nella tradizione del Profeta Muhammad, che Allah lo elogi e lo preservi,- che rappresenta la seconda fonte della religione islamica - troviamo che il Messaggero, che Allah lo elogi e lo preservi, disse in un hadith (detto profetico) che le donne in verità sono una metà gemella degli uomini. La parola araba shaqaa'iq, infatti, che ho tradotto come metà gemella, significa letteralmente prendere un qualcosa e dividerlo a metà. Risalta quindi il fatto che ci sia un'unica umanità, un'unica essenza condivisa, in cui sono presenti due metà gemelle, un uomo e una donna.  E questo si ripete spesso nel Corano.

Le parole del Profeta Muhammad, che Allah lo elogi e lo preservi, rilevano anch'esse tale concetto.

Come ho affermato in precedenza, sapere come la tradizionale civiltà occidentale giudicava le donne e come non le considerava partner e soci a pieno titolo dell'umanità, è un concetto molto importante da tenere a mente quanto si tratta questo tema. Infatti, anche se tale ora potrebbe non rappresentare chissà quale sorpresa perché ritenuto sottointeso- che gli uomini e le donne siano esseri umani completi- ma questo è un dato di fatto solo recentemente nelle tradizioni occidentali.

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L'Elevazione della Condizione Femminile (3 di 5): Una Differenza Fondamentale

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Descrizione: Quest'articolo è tratto da una lezione data all'Università di McGill in Canada in cui viene esposto come l'Islam ha elevato la condizione della donna. Terza Parte: La differenza tra la concezione del mondo islamica e quella occidentale, e un accenno riguardo ad alcuni dei diritti concessi dall'Islam alle donne già 1400 anni fa.

  • Da Ali Al-Timimi
  • Pubblicato su 02 Jun 2014
  • Ultima modifica su 02 Jun 2014
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Facciamo un altro passo: qual è l'obiettivo dell'umanità? Qual è lo scopo per cui esistono gli esseri umani sulla terra, e per quali fini si sforzano? Che cosa gli accadrà nel caso si sforzano per quei fini e che cosa gli avverrà invece nel caso non lo facciano?

Poiché l'Islam è una religione che si presenta come rivelazione di Dio e Verità, i musulmani credono che gli esseri umani abbiano una finalità comune sulla terra, e che in ogni elemento della creazione divina vi sia saggezza. Non vi è nulla della creazione di Dio, infatti, che non abbia alcuna saggezza. Non vi è nemmeno uno sport o un gioco in cui gli esseri umani non vi abbiano uno scopo, e tal concetto è stato ben chiarito nell'insegnamento islamico. Ebbene, sono stati creati per adorare Dio. Difatti, un versetto coranico afferma che Iddio l'Altissimo non ha creato gli esseri umani se non perché Lo adorassero. Perciò, l'essenza dell'umanità è medesima, sia per maschi sia per le femmine, ed entrambi condividono quindi lo stesso scopo, ovvero quello appunto di adorare Dio. E questo rappresenta l'aspetto più importante della cultura e della civiltà islamica.

Voi sapete che la cultura e la civiltà islamica ha le radici nella fede religiosa. La civiltà americana, ad esempio, invece, su cosa è fondata? Sugli scritti dei padri fondatori degli Stati Uniti d'America. È radicata nella Dichiarazione d'Indipendenza e negli ideali che sono stati ivi collocati. È fondata sulla Costituzione degli Stati Uniti. È fondata su alcuni principi tra monarchia e democrazia scritti da alcuni dei primi scrittori o dai suoi padri fondatori. Quindi si è fondata su un pensiero politico. Potrebbe si, in qualche modo avere alcune tradizioni ispirate in alcune delle sue parti al cristianesimo, ma la sua essenza è costituita da un pensiero politico, a differenza di Islam che è in essenza una religione.

La civiltà islamica- una civiltà che ha più di 1400 anni - è fondata sulla religione. Per un musulmano il più grande obiettivo è servire quell'unico Dio, adorare quel solo vero Dio, ed è questo il significato del termine Musulmano.

Musulmano non è una descrizione razziale, non è una categoria etnica, musulmano significa "colui che si sottomette". L'Islam significa sottomettersi alla volontà di Dio - la sottomissione volontaria a Dio - quindi l'Islam è una religione di sottomissione. Pertanto, troviamo nell'aspetto più importante della religione islamica, che uomini e donne condividono lo stesso obiettivo e sono tenuti ad avere le stesse responsabilità, in cui entrambi sono tenuti o obbligati a testimoniare che non vi è nulla degno di essere adorato oltre ad Allah – l'Unico Dio- e che Muhammad è il Suo Messaggero, che Allah lo elogi e lo preservi. Uomini e donne sono entrambi obbligati a pregare cinque volte al giorno, e ciò rappresenta il secondo pilastro dell'Islam. Essi sono obbligati a digiunare il mese di Ramadan come sono obbligati a fare pellegrinaggio alla Mecca. Essi sono obbligati a fare la carità. Essi sono obbligati ad avere il medesimo credo e sono obbligati ad avere lo stesso tipo di morale e lo stesso tipo di codice di condotta e comportamento.

Quindi uomini e donne condividono entrambi questi elementi essenziali all'interno del comportamento islamico, che distinguono un musulmano da un non-musulmano. Ciò è di estrema importanza perché spezza il concetto tramandato da altre religioni. Si osservi, ad esempio, come cinquant'anni prima della nascita del Profeta Muhammad, che Allah lo elogi e lo preservi-nato intorno al 560 d.C.- ci sia stata un'assemblea di vescovi in ​​Francia riunita per discutere se le donne possedevano un'anima o meno, e, se nel caso ne fossero in possesso, quale sarebbe lo scopo della loro presenza sulla Terra? Forse per adorare Dio? E se esse, effettivamente avevano il compito di adorare Dio, avrebbero avuto poi diritto di andare in Paradiso? Ciò, giungendo poi alla conclusione che esse possiedono sì delle anime – un'affermazione che comunque rappresentava una rottura con la tradizione precedente - ma che comunque il loro scopo non era esclusivamente quello di adorare Dio, ma era anche quello di servire gli uomini.

Nell'Islam, invece, il concetto di sottomissione non è indirizzato dalle donne verso gli uomini, bensì sia uomini e sia donne, entrambi devono sottomettersi a Dio. Infatti, quando si leggono i passi del Corano, risalta in modo molto chiaro che la persona obbediente fedele, di qualunque sesso sia, merita il Paradiso, e che questo rappresenta il più grande scopo e obiettivo nella vita di un musulmano e costituisce la base di quella civiltà. Allo stesso modo, contrariamente, disobbedienti,  rinnegatori, e quelli che rifiutano di adorare Dio  sono soggetti al castigo, di qualunque sesso siano. Per questo motivo in tutto il Corano il discorso è rivolto sia ai maschi e sia alle femmine. La lingua araba come il francese ha due tipi di verbi, uno maschile ed uno femminile, e nel Corano si trovano entrambe le categorie umane ed entrambi i sessi sono stati considerati. Questo si trova più e più e più volte. Non c'è necessità ora di recitare ogni singolo passo, ma sono lì, per chi volesse accertarsi.

In sintesi possiamo quindi individuare tre basi comuni: essi condividono la stessa qualità umana, lo stesso scopo sulla Terra, e spetta ad entrambi la stessa ricompensa, cui rappresenta l'obiettivo per cui si sforza tutta l'umanità. E questa comporta un'evidente rottura, come ho già detto in precedenza, sia dalle precedenti tradizioni religiose sia dalla comprensione politica e sociale prevalente in ambiente filosofico prima della venuta dell'Islam. Troviamo quindi che l'Islam ha concesso alle donne diritti, che magari oggi diamo per scontati, ma è necessario tener presente come questo sia avvenuto circa 1400 anni fa. Diritti, come quello di proprietà, come il diritto di spendere i propri beni secondo i propri desideri, equivalente tra uomini e donne, purché in modo lecito islamicamente; il diritto integrità, quello che definiremmo oggi diritti politici, come quello di avere un patto incolumità con un nemico combattente, ecc… concetti presenti in Occidente solo in tempi molto recenti.

Uno dei diritti conferiti alla donna dall'Islam,era appunto, il patto d'incolumità ad un combattente di un esercito non musulmano, e se una donna dava una promessa di protezione, il suo trattato veniva preso in considerazione, come avvenne ad una donna, facente parte dei Compagni del Profeta Muhammad, che Allah lo elogi e lo preservi e si compiaccia di loro. Nella chiesa cristiana questi Compagni verrebbero chiamati discepoli, quindi i discepoli del Profeta Muhammad, che Iddio lo elogi e lo preservi, sono quelli che definiamo Compagni. Erano in centinaia e migliaia, e non solo dodici come fu con Gesù Cristo, che Allah lo elogi e lo preservi, di cui sia uomini sia donne. Quando arrivò, infatti, il Profeta Muhammad, che Iddio lo elogi e lo preservi, a Mecca, una dei Compagni donna, discepola, di nome Um Hani, abitante di Mecca ma musulmana fedele, aveva dato il patto di protezione ad alcuni parenti e promettendo a loro che non sarebbero stati danneggiati. Suo fratello, uno dei più illustri Compagni del Profeta, che Iddio lo elogi e lo preservi, e marito di sua figlia, Ali Abi Talib, volle però punire uno di questi uomini, poiché famoso per la sua lotta contro i musulmani e per il danno che ha a loro arrecato. Così Um Hani andò dal Profeta, che Allah lo elogi e lo preservi, lamentandosi dell'accaduto ed informandolo di aver concesso in precedenza a loro la promessa. Così il Profeta, che Allah lo elogi e lo preservi, riconobbe il suo trattato di protezione che diede questi due parenti.

Questo è quello che potremmo chiamare, nella terminologia odierna, diritto politico. Questo tipo di trattato rappresenta qualcosa di relativamente nuovo in Occidente mentre nel mondo islamico è presente da più di 1400 anni. Allo stesso modo troviamo già da quei tempi quello che oggi potremmo definire partecipazione pubblica. Infatti nell'Islam vi sono atti di culto di carattere pubblico ed altri di carattere privato. Uno di queste adorazioni pubbliche è il pellegrinaggio, eseguito da uomini e donne, e questo rappresenta uno dei Pilastri dell'Islam. Un altro atto di culto pubblico è rappresentato dalle preghiere dei due 'Eid, le due ricorrenze che avvengono ogni anno, una dopo il pellegrinaggio e una al termine del mese di Ramadan. Uomini e donne, entrambi, partecipano a questi eventi di carattere pubblico. Abbiamo inoltre un versetto che dimostra come la responsabilità sociale per uomini e donne sia medesima nell'Islam. Questo versetto potrebbe essere tradotto come segue:

 [I fedeli e le fedeli, entrambi sono "awliyaa"

(termine in arabo che potremmo tradurre con "amici" o "alleati" o "sostenitori")

gli uni degli altri. Ordinano ciò che è corretto

(cioè essi raccomandano ciò che è giusto)

proibiscono ciò che è male (e questo rappresenta un processo correttivo della società che avviene eliminando il male e raccomandando ciò che è buono. In seguito),

elevano la preghiera (sia uomini che donne),

pagano l'elemosina (o la carità verso i poveri),

ed obbediscono ad Allah e al Suo Messaggero],

 
e alla fine Iddio mostra a loro la ricompensa dicendo, approssimativamente:

[Costoro Allah avrà di loro misericordia. Invero Allah è eccelso, saggio]. (Corano: 9:71)

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L'Elevazione della Condizione Femminile (4 di 5): Pari ma Differenti

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Descrizione: Quest'articolo è tratto da una lezione data all'Università di McGill in Canada in cui viene esposto come l'Islam ha elevato la condizione della donna. Quarta Parte: Sebbene, uomini e donne, siano di pari livelli nella loro umanità e spiritualità, l'Islam insegna che essi sono diversi nei loro ruoli nella vita.

  • Da Ali Al-Timimi
  • Pubblicato su 02 Jun 2014
  • Ultima modifica su 02 Jun 2014
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Quindi troviamo che il contratto sociale tra gli uomini e le donne, come componenti della società, è lo stesso. Ciascuno di loro, infatti, punta alla meta più elevata e al massimo da offrire, dunque comandano il bene, vietano il male e condividono i due principali atti di culto, cioè la preghiera e l'elemosina. Essi condividono le nozioni di fede, l'obbedienza a Dio e l'obbedienza al Profeta Muhammad, che Allah lo elogi e lo preservi, e condividono altrettanto la stessa  ricompensa finale che si può ottenere tramite la misericordia di Dio. Questo è un concetto molto importante, in contrasto con ciò che la tradizione occidentale ha richiamato fino ad oggi,  che ha come causa l'estremismo primo dei filosofi greci che supponevano che le donne non condividessero l'identità umana, come ho già precedentemente esposto. Così da questo estremo prese vita l'estremo opposto - almeno i musulmani lo considerano estremo – ovvero il fatto di ritenere che tra gli uomini e le donne non vi sia differenza alcuna.

Così dunque abbiamo l'idea dei "generi" – e questo è un termine che non viene utilizzato in biologia, come la parola "sesso" per distinguere il maschio e la femmina, bensì il fine del suo utilizzo oggi è quella di individuare i tratti che definiscono la mascolinità o femminilità, i tratti sociali,… determinati dall'educazione, dalla cultura e dall'ambiente, per confermare che non vi è alcuna differenza insita nel modo in cui uomini e donne pensano o agiscono e così via. Ed è per questo motivo che è utilizzato il termine "genere".

Quest'estremo è provocato appunto dall'estremo primo raggiunto 2000 anni fa dalla concezione del pensiero greco che considerava le donne prive dell'umanità. Così nell'arco di 2.000 anni attraverso vari processi assistiamo oggi alle considerazioni di estremo opposto -almeno questo secondo i musulmani- quello per cui gli uomini e le donne sono uguali e non hanno alcuna differenza tra di loro.

Islam, nonostante confermi che gli uomini e le donne facciano parte della stessa essenza umana, allo stesso modo afferma che gli uomini e le donne sono diversi. Ma questa differenza significa forse che gli uomini siano intrinsecamente buoni o le donne intrinsecamente malvagie? No.

Ed è per questo che se si osserva uno dei versetti del Corano che evidenzia questo aspetto, Iddio, raccontando la sua creazione, mostra come abbia creato la notte avvolgente- infatti se si osserva questa appare come un foglio che avvolge l'orizzonte – , il giorno che s'innalza come un scoppio, splendente- ed è così che sorge il sole- ed infine ricorda che Egli è Colui che ha creato il maschio e la femmina. E poi nel versetto successivo ricorda le opere in cui ciascun individuo si sforza – e di certo le persone si distinguono nei loro obiettivi. Alcuni, infatti, si sforzano lottando per il compiacere di Dio, altri invece si sforzano e Lo disobbediscono.  Alcuni si sforzano nel fare il bene all'umanità, altri invece si sforzano nel fare il male. Quindi vi sono fini di estremità opposte. Ma qual è il messaggio in questa successione? Dio cita la notte e il giorno e poi cita il maschio e la femmina. La spiegazione sta nel fatto che la notte ha uno scopo, e, infatti, nel Corano si trovano sempre verso dopo verso, la descrizione di quella ragione che vi è dietro di essa. Dice appunto che se l'umanità fosse vissuta solo di notte senza il giorno, non sarebbe stata in grado di vivere sulla terra. E questo è stato dimostrato scientificamente, cioè il fatto che se ci fosse stata solo la notte e non ci fosse stata la luce del sole, alcuni ormoni del corpo non sarebbero stati in grado di riprodursi e gli esseri umani sarebbero morti di conseguenza. E quindi la vita come la conosciamo sulla Terra non sarebbe esistita.

E allo stesso modo, il giorno ha scopi dietro alla sua presenza. Ma si potrebbe obiettare e dire che la notte è buona e il giorno è male? No, e nessun musulmano potrebbe credere in ciò. Si potrebbe obiettare e dire che il giorno è buono e la notte è male? No. Allo stesso modo quindi, maschio e femmina hanno i loro ruoli da svolgere. Si potrebbe ora affermare che il ruolo degli uomini è intrinsecamente buono e il ruolo della donna è intrinsecamente malvagio? No. Potrebbe qualcuno affermare il contrario, cioè che il ruolo della donna sia intrinsecamente buono e il ruolo degli uomini sia intrinsecamente malvagio? No. Piuttosto ciascuno di loro ha un ruolo.

Questa è la disputa principale oggigiorno tra pensiero occidentale e la fede islamica. Il pensiero occidentale ha ormai sostanzialmente accettato, tranne forse alcune correnti in Vaticano o giù di lì, che uomini e donne condividono la stessa identità umana e che sono quindi la stessa cosa. Eppure i musulmani hanno creduto a questo per 1400 anni. La differenza però tra queste due realtà, è che nel pensiero occidentale -sorta come reazione al pensiero iniziale ovvero quello secondo il quale le donne non condividevano pienamente l'umanità - i ruoli degli uomini e delle donne nella società sono definiti solo dalla cultura, dall'ambiente e dall'educazione, quindi non esiste un ruolo distinto per gli uomini e un ruolo distinto per le donne, che possiamo modificare tramite ciò che si insegna nella società.

Nell'Islam invece vi è un ruolo definito per gli uomini e un ruolo definito per le donne. Ma chi definisce questo ruolo per gli uomini e per le donne? È il loro Creatore. Egli è il principio, se si volesse usare il termine filosofico, anche se è impreciso in questo senso, ma lo usiamo in assenza di un termine filosofico, ideologico o teologico migliore utilizzabile tra le due tesi. Ora, detto ciò, è importante capire come l'Islam ha distribuito questi ruoli agli uomini e alle donne, e le responsabilità equivalenti che ha posto ad entrambi.

Vi citerò un esempio a proposito: Islam evidenzia che le donne possiedono la natura di madre, e ciò non è definito dalla tradizione culturale o dal sistema sociologico ma per natura esse sono migliori nell'assistere e prendersi cura della prole, e questo rappresenta un legame che va oltre la tradizione. È un legame psicologico, un legame fisico, qualcosa al di sopra di semplici tradizioni di esseri umani. Di conseguenza sono state assegnate alle donne maggiori responsabilità nei confronti dei figli, da quelle assegnati agli uomini. Pertanto, gli obblighi che i bambini hanno verso la loro madre nell'Islam sono maggiori di quelli che hanno nei confronti dei loro padri. Infatti fu chiesto al Profeta Muhammad, la pace sia su di lui, da uno dei suoi Compagni:

"Qual è la persona più meritevole della mia buona compagnia?".

Rispose il Profeta Muhammad: "Tua madre".

Così fece l'uomo la stessa domanda una seconda volta, e il Profeta rispose ancora: "Tua madre", e lo stesso alla terza volta. Ed infine, solo alla quarta volta, rispose: "Tuo padre".

Allo stesso modo troviamo che Iddio nel Corano all'uomo come la madre abbia lo partorito subendo una sofferenza dopo l'altra, citando le fatiche e le difficoltà della gravidanza e dell'infanzia, e come lo abbia poi nutrito per due anni allattandoti. Così ci raccomanda di essere gentili coi nostri genitori e ci ricorda che la posizione della madre precede quella dei nostri padri. Il punto è che nonostante sia definito il ruolo delle donne verso i bambini, che è quindi diverso da quello del ruolo del padre, allo stesso tempo si dà alle donne il diritto all'onore e al rispetto da parte dei propri figli, in misura maggiore di quello raccomandato verso i padri. Anche i padri comunque hanno diritto al rispetto e all'onore, e non sono quindi esclusi, ma ciò che stato riconosciuto a loro è in misura alla loro responsabilità. Peraltro la madre di natura, e non solo secondo la tradizione culturale, ha qualcosa che rende quel legame tra lei e suo figlio maggiore, e solo dopo segue il maschio. Quindi, è vero che ha maggior diritto ad onore e rispetto da parte del bambino ma allo stesso tempo le è richiesto dare un maggiore impegno.

Ho solo citato qualche esempio per mostrare il modo in cui l'Islam riconosce le differenze tra i sessi e non accetta che codesta distinzione sia solo una questione di educazione o tradizione culturale, in quanto vi sono effettive differenze insite tra maschi e le femmine, e ciò si riflette negli obblighi  e nelle responsabilità di entrambi. Si deduce da ciò un'altra questione, ovvero il fatto che nonostante gli uomini e le donne siano distinti tra di loro, non sono comunque in contrasto tra di loro, una percezione che sta alla base di una gran parte del pensiero occidentale, soprattutto nelle tradizioni femministe. C'è una lotta tra uomini e donne, "C'è una battaglia dei sessi", come a volte si dice in una sorta popolare di designazione, ecco, questo nell'Islam non esiste. Uomini e donne lavorano in coppia, proprio come si alternano il giorno e la notte, e come si vive un determinato periodo di giorno, lo stesso lo si vive di notte. Non si può vivere solo di notte, e non si può vivere solo di giorno, allo stesso modo, gli uomini e le donne non sono uno contro l'altro, non sono contrapposti tra loro, ma condividono piuttosto lo stesso obiettivo, lo stesso scopo di esistenza, la stessa umanità. Hanno ruoli diversi, ma questi ruoli sono complementari fra loro e sono altrettanto indispensabili sia per l'uno sia per l'altro, per avverare il successo dell'umanità, non solo in questo mondo, ma anche - ovviamente da musulmani crediamo nell'aldilà- nell'aldilà, che è l'obiettivo conclusivo per i musulmani.

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L'Elevazione della Condizione Femminile (5 di 5): La Conclusione

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Descrizione: Quest'articolo è tratto da una lezione data all'Università di McGill in Canada in cui viene esposto come l'Islam ha elevato la condizione della donna. Quinta Parte: Come l'Islam ha salvato la condizione della donna.

  • Da Ali Al-Timimi
  • Pubblicato su 02 Jun 2014
  • Ultima modifica su 02 Jun 2014
  • Stampato: 51
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Ora, vorrei fare un ultimo commento e poi lo lascio spazio per le domande. Guardiamo le possibilità d'impiego di questi due ideologie. Abbiamo discusso un sacco d'idee, pensieri e opinioni e concetti storici, e quando sono effettivamente applicati, quale dei due punti di vista porta più successo? Quale procura maggior felicità per l'umanità? La visione laica occidentale o la concezione islamica?

Ho un esempio concreto che mi piacerebbe condividere con voi. Quando sono stato a Pechino l'estate scorsa per il quarto convegno mondiale delle Nazioni Unite riguardante la donna, ci fu una tavola rotonda tra diverse nazioni ed organizzazioni. L'obiettivo era di elevare e migliorare la condizione delle donne in tutto il mondo, obiettivi assolutamente nobili e corretti, e non c'è contesa a riguardo. Il confronto ha avuto come oggetto diversi temi di discussione come la povertà, la salute, la finanza, i conflitti, la violenza e così via, e uno di questi riguardava la giovane ragazza. L'ultimo dei dodici temi affrontati nella tavola rotonda riguardava la ragazza e la condizione di queste- donne future - nel mondo di oggi. Il paese che ospitava il convegno, la Cina, è noto per la pratica d'assassinio delle ragazze, e hanno come pretesto il numero elevato della loro popolazione. Alle coppie cinesi è consentito, infatti, avere solo figlio e i cinesi a causa della loro tradizione considerano le femmine inferiori ai maschi, e consegue da ciò che di solito viene uccisa la bambina, nella speranza che la moglie dia alla luce un bambino.

Questo è un tema che esiste ma per il fatto che la padrona di casa era la Cina, le Nazioni Unite non hanno voluto entrare in merito e parlarne molto poiché non sarebbe stato politicamente corretto affrontare una tale questione proprio in Cina. Tuttavia, sebbene abbiano superato alcune norme e terminato alcuni impegni richiesti, molto probabilmente, alla fine, forse in 25-50 anni, le condizioni delle bambine nel mondo non sono nettamente migliorate.

Uno dei principali motivi per cui le Nazioni Unite sono state create dopo la seconda guerra mondiale, è stato il massacro di tante persone, di cui sei milioni di ebrei in Europa, ma ancora dopo 50 anni, proprio nell'anno della celebrazione del cinquantenario delle Nazioni Unite, ha avuto luogo un genocidio in Bosnia, proprio in Europa. Nonostante tutti gli atti dei diritti umani, tutte le dichiarazioni degli ultimi 50 anni e ancora una strage è avvenuta. Quando il Profeta Muhammad fu inviato, gli arabi avevano la stessa pratica di uccidere le loro bambine femmine. Gli arabi applicavano tale atto per diversi motivi, nella maggior parte dei casi era dovuta alla povertà. Trovandosi, infatti, nel deserto ed essendo gente senza attività produttiva e con pochi scambi commerciali, la vita era molto difficile. Di conseguenza, per timore della povertà uccidevano le loro bambine e le seppellivano vive. Questa è una realtà menzionata nel Corano ed era ben nota al tempo del Profeta Muhammad, la pace sia su di lui.

Nel Corano, Iddio condanna l'uccisione delle neonate, la loro sepoltura nella terra ed altri comportamenti che gli arabi riservavano alle bambine.

Uno dei versetti del Corano dice a riguardo:

 [E se vien annunciato all'uno di loro la nascita di una figlia, il suo viso si oscura e lui si accora. Si nasconde dagli sguardi della gente a causa della malasorte che gli è stata annuncia. La tratterrà dunque con umiliazione oppure la seppellirà viva nella polvere? Di certo è pessimo quanto giudicano] (16: 58-59).

Questa è una condanna di tale pratica. Allo stesso modo molti dei Compagni del Profeta Muhammad prima di accettare l'Islam, hanno ucciso le loro figlie. Giunse, infatti, un uomo dal Profeta Muhammad e gli disse: "Ho ucciso dieci delle mie figlie durante la mia vita, potrò avere mai il paradiso? Per Dio accetta il mio pentimento da questo peccato, ora che ho lasciato la religione pagana che avevo adorando idoli e uccidendo le femmine neonate ….?". Così, entro una sola generazione, entro 23 anni (la durata in cui il Profeta predicò tra gli arabi), la pratica di uccisione delle neonate femmine finì e scompari dall'Arabia. E non solo, ma un cambiamento d'atteggiamento radicale avvenne verso le donne, in tutti gli aspetti.

Ciò nonostante le persone non ricevessero nessun premio se non il paradiso. Tale, infatti, è il più grande obiettivo e la maggior motivazione e ragione d'esistenza per i musulmani. Quindi l'Islam non solo s'impegnato a rimuovere l'aspetto negativo, cioè il fatto che le persone uccidevano le proprie figlie, ma si è occupato nel tempo stesso anche radicare un aspetto positivo, cioè quello di educare le femmine e la sensibilizzazione della società a tal proposito, e qui arriviamo all'ultimo punto che voglio trattare. I diritti umani sono una cosa, cui abbiamo possibilità di osservarne le precedenti dichiarazioni, indipendentemente dal fatto che siano vere o false, ma non sono stati in grado di raggiungere gli obiettivi che si sono prefissati, come dimostra l'esempio dei diritti umani e gli spettacoli delle stragi di massa di civili in Bosnia.

In conclusione, la civiltà islamica a differenza di qualsiasi altra civiltà si basa ovviamente sulla rivelazione, ma è nella sua essenza è stata sostenuta e fondata da donne. La prima persona, infatti, ad aver avuto fede nel Profeta Muhammad, fu sua moglie Khadigiah, che, col permesso di Dio, lo sostenne col suo denaro e lo incoraggiò, così il Profeta fu in grado di diffondere il messaggio dell'Islam nel suo primo anno di profezia. I politeisti non avevano la libertà di religione e non concepivano che si potesse avere le proprie convinzioni. Hanno visto questo come un'insurrezione, come un cambiamento dei loro modi, e così hanno cercato di fermarlo attraverso la tortura, l'omicidio e con tutti gli altri mezzi che avevano a disposizione. E allo stesso modo, hanno cercato di fermare la rivelazione islamica, questa religione, quando il Profeta Muhammad iniziò a predicare in un primo momento la gente di Arabia. Nonostante ciò, il risultato del messaggio di Muhammad si rispecchia nella presenza di oltre un miliardo di musulmani nel mondo di oggigiorno. Sono in ogni continente del mondo, anche a Pechino, dove l'ONU è stato convocato e dove c'e anche una moschea presente da più di mille anni. Questo mostra come la crescita e lo spirito dell'Islam non siano solo un fenomeno del Medio Oriente o arabo, ma che si estende a tutti i popoli e le etnie di tutto il mondo. Da dove proviene questo insegnamento? Quando il Profeta Muhammad morì dopo 23 anni di predicazione dell'Islam, il messaggio si era diffuso solo in Arabia. Ma poi è stato diffuso da quattro o cinque persone che si trovavano vicino al Profeta. Uno di queste era sua moglie `Aìsha. Lei addirittura è contata tra le persone che hanno riportato un maggior numero delle dichiarazioni profetiche e allo stesso modo lei è tra i tre, quattro, cinque, che hanno enunciato più pronunciamenti e verdetti religiosi, e spiegato versetti del Corano e detti profetici.

Se si guarda qualsiasi altra civiltà nella storia dell'umanità, raramente si rilevano donne che giocano un ruolo fondamentale nel suo sviluppo e poi esserle attribuito questo suo sforzo. I famosi greci - come i filosofi Platone, Aristotele e altri - erano tutti uomini. I primi scrittori, padri della Chiesa, erano tutti maschi e fino ad oggi l'idea di donne studiose è limitato solo ad alcune aree della chiesa. Gli scrittori francesi ai tempi della Rivoluzione francese, Voltaire, e i russi erano tutti uomini. I padri fondatori degli Stati Uniti sono stati tutti uomini. L'Islam è l'unica civiltà che l'umanità abbia conosciuto dove le donne col loro sforzo diedero un contributo principale in termini di trasmissione. Quindi- e questa è una realtà storica, non è suscettibile a interpretazione, poiché è un dato di fatto- esse sono le persone che hanno trasmesso insegnamenti del Profeta, e sono le persone che l'hanno appoggiato in seguito.

Questi sono solo alcuni pensieri e impressioni riguardo a come l'Islam abbia sollevato donne.

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