La rettitudine e il peccato (parte 2 di 2): Il peccato e la coscienza umana

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Descrizione: Aggrapparsi alla rettitudine ed evitare il peccato non significa solo di adorare un Dio senza partner attraverso riti tradizionali. Si va ben oltre, comportandosi moralmente giusto e costumato, ponendosi in ascolto della propria coscienza, e cercare con il cuore. Parte 2: Il peccato è ciò che dà fastidio alla coscienza ed è vergognoso per un cuore retto.

  • Da IslamReligion.com
  • Pubblicato su 02 Jun 2014
  • Ultima modifica su 02 Jun 2014
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Nella seconda parte di questo racconto, il profeta menzionò un altro aspetto sottile del peccato, che è che il peccato è qualcosa che disturba la coscienza di una persona giusta e che una persona cerca di nascondere agli altri. Una serie di azioni viene in mente di una persona, una volta che sentono queste parole.

Dio ha ispirato in ogni anima la capacità, anche se limitata, di riconoscere la verità dalla falsità.

"ispirandole (l’anima) empietà e devozione." (Corano 91:8)

Fino a quando una persona cerca la rettitudine, sa quando ha fatto qualcosa di sbagliato a causa della coscienza, anche se potrebbe trovare molti modi per scusarsi per quello che sta facendo. Non desirebbe  mai che qualcuno venga a sapere di quella cosa, perché si vergognerebbe di essa, la sua religione è ricca di timidezza, vergogna e timidezza. Il Profeta disse::

"La vergogna e la timidezza sono la perfezione della fede." (Sahih Al-Bukhari)

La vergogna è una cosa, la quale può evitare a una persona di commettere del male. Il Profeta disse:

"Se non hai vergogna, allora fai ciò che ti pare." (Saheeh Al-Bukhari)

La vergogna, il livello più alto è vergognarsi davanti Dio dal commettere peccati, è un fattore chiave nell'evitare il peccato, e questo standard può essere utilizzato anche per giudicare se un atto è un peccato..

Questi sentimenti di coscienza e vergogna sono una conseguenza naturale di vera fede, e questo è ciò che la religione dell'Islam propone di creare all'interno di un individuo, di una coscienza islamica che guida gli esseri umani durante la loro vita.

Questa coscienza interiore è ciò che rivela lo stato del cuore di un individuo, se è viva e quindi alla ricerca della verità, o morta, piena di desideri di questa vita terrena. La mancanza di religiosità e di indulgere nel peccato causa alla persona a perdere la propria coscienza, e non può più essere utilizzata come fonte di guida.

"Perché non divennero umili, quando giunse loro il Nostro rigore? I loro cuori, invece, si indurirono e Satana abbellì ai loro occhi quello che facevano.." (Corano 6:43)

"Non percorrono dunque la terra? Non hanno cuori per capire e orecchi per sentire? Ché in verità non sono gli occhi ad essere ciechi, ma sono ciechi i cuori nei loro petti." (Corano 22:46)

Il cuore può essere utilizzato come una guida, in collaborazione con l'intelletto e la rivelazione, al fine di facilitare la ricerca della verità. Il cuore di chi è alla ricerca della verità è infatti vivo, questa vita e la nostalgia li induce a cercare. Questo tipo di persona non troverà mai pace nel cuore verso qualsiasi altra religione, tranne la religione che Dio ha ordinato all'umanità, e fintanto che il loro desiderio per la verità esiste, la coscienza continua a preoccuparsi fino a trovare la vera religione di Dio. Infatti, se la persona è sincera, Dio la guiderà alla verità:

"Quanto invece a coloro che si sono aperti alla guida, Egli accresce la loro guida e ispira loro il timore [di Allah]." (Corano 47:17)

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